Comunicato stampa del 10 luglio 2019
“Non ci siamo nascosti, né abbiamo fatto una difesa a oltranza dei professionisti coinvolti, ma non abbiamo accettato, né accetteremo la messa sotto accusa dei 44 mila che svolgono scrupolosamente il loro lavoro accanto ai più fragili. Dopo aver avuto notizia degli assistenti sociali indagati dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, in seguito all’ inchiesta “Angeli e Demoni”, dopo aver letto articoli e aver visto le trasmissioni “Quarta Repubblica” e “Chi l’ha visto?” che nei scorsi giorni hanno esteso responsabilità anche a non indagati, come Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna e Consiglio Nazionale abbiamo fatto e continueremo a fare tutto quanto è di nostra competenza per capire come è potuto accadere e per far sì che mai più accada quanto è emerso nel Reggiano”.
Lo dice Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Assistenti sociali, spiegando che il Croas dell’Emilia Romagna ha segnalato al consiglio di disciplina i sette professionisti indagati, già sospesi dal servizio dall’autorità giudiziaria e i tre dei cui comportamenti illeciti cui si è venuti a conoscenza attraverso i media.
“Facciamo la nostra parte con scrupolo, senza cercare scusanti e senza processi sommari. Sarebbe però altresì necessario che i media e la politica evitassero faziosità e generalizzazioni volte a screditare lavoratori e istituzioni che sono di fronte al malessere ogni giorno e lo affrontano nel 99,9% dei casi con umanità e professionalità. Generalizzazioni e faziosità che nascondono interessi altri e che mirano a distruggere un welfare sempre più impoverito e sotto attacco”.
“Chiederemo incontri urgenti a quei soggetti istituzionali che hanno espresso concetti su cui siamo in disaccordo, incontri urgenti per rimettere in fila le competenze di ognuno, portare la voce della professione e cercare punti comuni. Il nostro impegno a tutela e protezione, prima di tutto delle bambine e dei bambini e delle loro famiglie continua – conclude – ma non tollereremo diffamazioni”.