DISABILITA’: Il nostro decalogo all’Osservatorio nazionale

Il “progetto di vita”, al pari degli altri Livelli Essenziali di Assistenza (LEA),  è un diritto delle persone con disabilità e ogni assistente sociale deve superare il sistema assistenziale e spogliarsi del potere di decidere gli interventi adottando un approccio antioppressivo. Decidere con e non sulla persona in una logica di integrazione sociosanitaria e di corresponsabilità che tenga insieme strutture, professionisti, società civile, enti, Terzo Settore. E poi spazi fruibili per tutti (l’ufficio, il circolo, le palestre, il mare…), risorse e formazione.
Il decalogo messo a punto dal Cnoas e distribuito ai partecipanti al G7 per la Disabilità lo scorso ottobre, è stato ufficialmente presentato alla riunione dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità riunito simbolicamente nella giornata internazionale del 3 dicembre.
“Nei servizi e tra gli enti – ha ricordato la vicepresidente Mirella Silvani, intervenendo nella riunione – dovrà essere ripensata la funzione e la composizione dell’equipe di valutazione multidimensionale, che vedrà nell’assistente sociale il componente responsabile della valutazione della dimensione sociale della persone, attenta alle relazioni e alle caratteristiche dei contesti di vita vissuti al momento e scelti per il progetto. Per assicurare equità in questi percorsi saranno necessari investimenti in termini di personale e in particolare il rinforzo del servizio sociale sia negli ATS che nelle ASL. Ecco – ha concluso – la nostra posizione riassunta in 10 punti”.

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