Responsabilità, fiducia, complementarietà “perché ogni professionista ha bisogno dell’altro e perché le persone hanno bisogno di più professionisti”. Seconda giornata, ospiti di Expo Sanità a Bologna, e la ricetta che l’Ordine degli assistenti sociali porta con sé è la combinazione di queste tre parole chiave. Ne parla la presidente Barbara Rosina intervenendo al dibattito “Il ruolo delle cure primarie e la gestione della cronicità. Le esperienze più innovative delle aziende Usl”.
Tre parole che, spiega Rosina, sono necessarie se vuol “dare contenuto alle riforme in corso, riempiendole di quei rinnovamenti e cambiamenti necessari per modificare un sistema a compartimenti stagni”. Un sistema in cui manca la fiducia tra professionisti più occupati a difendere il proprio orticello per paura che l’altro possa rubargli o sminuire il suo ruolo. “Un lavoro importante è quello che sta facendo Agenas – spiega la presidente Cnoas – che sta mettendo tutti intorno allo stesso tavolo perché infermieri, medici, psicologi, psichiatri, assistenti sociali riconoscano ognuno le competenze degli altri e agiscano a favore delle persone che hanno sempre bisogno di interventi multidisciplinari”.
Un impegno, auspica Rosina che è rivolto ai giovani professionisti perché, qualunque sia il loro percorso di formazione, fin qui, non prevede alcuna complementarietà: “Dall’università, alla specializzazione, ai master – dice – non c’è condivisione con le altre professioni. Per questo, conclude, quelli come noi che da anni sono impegnati nel campo socio sanitario, devono consegnare al futuro un sistema diverso in cui le tre parole valgano per tutte e tutti e siano la chiave per migliorare la vita delle persone”.