Salvare per salvarsi. Nel romanzo e, prima, nella realtà

Bisogna essere state assistenti sociali, aver scritto e letto da sempre, aver lavorato su sé stesse e sul proprio modo di esprimersi frequentando un laboratorio, per scrivere “La vita contro”, primo romanzo di Rita Ragonese.
I protagonisti sono Angela e Umberto, diversi in tutto, a partire dall’età, eppure con percorsi di vita sempre difficili, quando non violenti e drammatici. Lei poco più che ventenne, nata in una rispettata famiglia, ma con una padre bigotto e moralista, appena uscita dal carcere della Giudecca e con un figlio da riconquistare. Lui praticamente pensionato, alcolista, senza amici e senza una vera vita.
Percorsi che un’assistente sociale conosce bene e che Rita, riesce a narrare con delicatezza e minuziosità attingendo a un’esperienza conclusa da soli due anni. Pagine, 282, di dolore e riscatto, pagine che narrano di un’improbabile amicizia, dell’importanza di chiedere e dare aiuto per riscattarsi, per proteggere ed essere protetti, per salvare e salvarsi.
Un libro di speranza e allegria che, senza cancellare colpe ed errori, senza artifici, con le giuste parole e il giusto ritmo racconta di due vite che sono la somma di molte, di personaggi inventati così bene da sembrare veri.

Ecco un estratto del libro: https://www.google.it/books/edition/La_vita_contro/fVsWEQAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&pg=PT6&printsec=frontcover

——————————
Rita Ragonese, Veneto