Il convegno “Gli equilibri nella famiglia all’insorgere della malattia” organizzato ad Erice dall’Opificio Territoriale è stato una nuova occasione per il Cnoas per ribadire la necessità di un ripensamento del sistema salute che parta dall’attenzione ai servizi territoriali, dagli interventi di continuità tra ospedale e territorio, da un rafforzamento della presenza dei professionisti, anche assistenti sociali, per garantire interventi multidisciplinari.
“Quando parliamo di malattia, di capacità di adattamento e autogestione, della capacità di prendersi cura di se stessi – ha sottolineato la vicepresidente Barbara Rosina – occorre avere consapevolezza del fatto che non si tratta di percorsi lineari e che questi sono influenzati dal contesto nel quale ci troviamo che in molte situazioni non consente avere accesso al sistema di cura”
Gli ultimi dati disponibili, ha spiegato Rosina, parlano di più di 15 milioni di persone a rischio di povertà ed esclusione, di persone che hanno rinunciato a curarsi, di anziani che hanno limitazioni gravi nell’autonomia e vivono in solitudine. Si tratta di contesti nei quali la prevenzione – e ne sono un esempio i consultori famigliari sottodimensionati nel numero, dovrebbero essere 2900 e sono soltanto 1200 in tutta Italia – è pressoché inesistente.
“Siamo impegnati come Consiglio nazionale nei tavoli tecnici del Ministero della Salute per lo studio delle criticità emergenti dall’attuazione del Dm 70/2015 e del Dm 77/2022, il nostro obiettivo è garantire alle persone con malattia e alle loro famiglie, con attenzione ai loro desideri, caratteristiche, progetti di vita, una valutazione dei bisogni in ottica multidimensionale, il coordinamento delle cure, integrazione tra percorsi sociali e sanitari”.
Per concludere la vicepresidente ha ribadito la necessità di intervenire sulle competenze dei professionisti “Bisogna ripensare i corsi di studio degli assistenti sociali alla luce della complessità e della necessità di specializzazione”.
Tra i numerosi interventi, in apertura del convegno, anche il saluto di Giuseppe Ciulla, presidente Croas Sicilia