Dal 1928 sono passati quasi 100 anni, ma è straordinario rilevare come i temi proposti dai 2400 professionisti riuniti allora a Parigi nella Prima Conferenza Internazionale di Servizio Sociale, siano gli stessi per i quali sono impegnati oggi i quasi 50mila assistenti sociali italiani: formazione, ricerca, sistema di Welfare. Il libro che fa storia e progetto a cura di Marilena Dellavalle e Guido Melis: “Le radici del welfare”, è stato l’occasione per riflettere e programmare lì dove crescono e si formano gli assistenti sociali del futuro.
Ospitati dalla Lumsa (Libera Università Maria Santissima Assunta) di Roma – che ha accolto anche l’assemblea annuale della Sostoss (Società per la Storia del Servizio Sociale) – docenti, studiosi, rappresentanti delle istituzioni nazionali e internazionali di Servizio Sociale si sono ritrovati per partire dalla storia e mettere a punto quelle che, ciascuno per la propria parte, devono essere le azioni per un servizio sociale al passo con i bisogni e le urgenze dei nostri tempi.
“Stiamo lavorando insieme alla Sostoss e in accordo con la Class perché non tutti gli obiettivi della Conferenza di Parigi sono stati ancora raggiunti – ha detto la presidente Cnoas, Barbara Rosina – Questo volume corale ci conferma che i temi strategici per il conseguimento dei diritti, diversi e ampliati rispetto al 1928, richiedono un servizio sociale sempre più competente. L’Ordine è alle prese con l’obiettivo della riforma della professione, a partire dal percorso di laurea fino alla specializzazione, ai master, con l’istituzione di elenchi che certifichino competenze adeguate alle emergenze di oggi. Possiamo farlo se tutte le parti che hanno concorso alla credibilità e al riconoscimento del valore della professione di assistente sociale, lavorano nella stessa direzione. Se, insieme, faremo da pungolo ai decisori politici e culturali che devono darci gli strumenti per far crescere quelle radici antiche e necessarie al benessere delle persone”.