Valutazione multidimensionale e multiprofessionale, dunque, con anche le e gli assistenti sociali. Nelle “Raccomandazioni di buone pratiche in riabilitazione psicosociale degli adulti”, appena pubblicate, ci siamo anche noi con le nostre esperienze e il nostro lavoro nel panel giuria, al quale il CNOAS ha partecipato con la vicepresidente Barbara Rosina,
Le raccomandazioni – risultato di un lungo lavoro di confronto tra gruppi di lavoro multidisciplinari della Società italiana di Riabilitazione Psicosociale (SIRP) – sono state riviste e condivise con rappresentanti di società scientifiche e professionali che operano nella salute mentale, rappresentanti delle persone che si rivolgono ai servizi e dei familiari. L’intento è quello di fornire una valutazione della qualità degli interventi il più possibile oggettiva e riproducibile. I suggerimenti sono stati prodotti connettendo letteratura scientifica, esperienze e pareri degli esperti dei gruppi di lavoro e contestualizzate alle realtà operative dei Dipartimenti di Salute Mentale italiani.
Consultando e mettendo insieme la letteratura scientifica più accreditata, fonti normative, documenti organizzativi nazionali o regionali con esperienze e pareri dei gruppi di lavoro, si ritiene di essere riusciti a fornire indicazioni utili alle alle realtà operative in cui dovranno essere applicate.
“Una pubblicazione importante – dice Barbara Rosina – che dà il giusto peso al riconoscimento della partecipazione delle persone con malattia mentale, delle loro famiglie, dei caregiver, anche nelle situazioni di autori di reato, nell’elaborazione dei progetti individualizzati, nella possibilità di individuare risorse personali e ambientali che consentano la realizzazione di obiettivi, preferenze, desideri delle persone. Necessari, per tutto questo, la valutazione multidimensionale e multiprofessionale e l’individuazione del case manager che può essere una delle figure che hanno compiti educativi e di inclusione sociale. Assistenti sociali compresi”.