Per una comunicazione non O_Stile: perché le parole sono pietre anche on line

Più di 2000 assistenti sociali hanno partecipato, martedì scorso,  al primo webinar formativo che segue la nostra firma del Manifesto della comunicazione non ostile avvenuta lo scorso mese di luglio. Nell’incontro, introdotto dal  presidente Gazzi e dal consigliere Francesco Poli, presidente della Commissione Etica e Deontologia, l’intervento della presidente di Parole O_Stili Rosy Russo che ha spiegato come l’impegno dell’associazione e il manifesto abbiano l’ambizione di ridefinire lo stile con cui le persone stanno in rete e di diffondere l’attitudine positiva a scegliere le espressioni con cura e con la consapevolezza che le parole sono importanti. Rosy Russo ha anche affrontato, con alcuni inviti alla riflessione, il tema delle modalità con cui le e gli assistenti sociali utilizzano i social network e il modo in cui si pongono all’interno di questi. Come è indicato nel manifesto “le parole sono un ponte, danno forma al pensiero, hanno conseguenze e se le idee si possono discutere, – ha detto Russo – le persone si devono rispettare, così come nella vita reale anche in quella virtuale”.

Il presidente Cnoas ha richiamato l’attenzione su quanto previsto dal codice deontologico, in particolare l’art. 21 in cui viene indicato che l’assistente sociale agisce in coerenza con i principi etici e i valori della professione, mantenendo un comportamento consono all’integrità, al prestigio e alla dignità della professione stessa, anche nell’utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa e, in particolare, dei social network e dei social media. Il consigliere Poli ha delineato il percorso avviato con il webinar: “Dopo il momento formativo, verrà somministrato un questionario on-line che permette a coloro che risponderanno ai quesiti di maturare un credito formativo deontologico”. Inoltre,  ha spiegato Poli, gli esperti dell’associazione Parole O_Stili affiancheranno il Cnoas e l’Osservatorio deontologico nazionale, costituito dai rappresentanti dei Croas e dalla Commissione Etica e Deontologia del Cnoas, nella stesura della Social Media Policy.