SUPERVISIONE: l’incontro tecnico-operativo a Roma. Ora confronto nel territorio

 

 

Un obiettivo inseguito e conquistato per essere pronti a garantire alle persone che si rivolgono o arrivano al servizio sociale interventi di qualità. Un processo complesso che tocca aree del Paese diverse tra loro, con l’obiettivo di far sì che queste differenze non impediscano di perseguire il benessere delle persone e un’esistenza dignitosa per tutti e dovunque. Un intervento strutturale e non sperimentale, una sfida di sistema, a tutela delle persone e a tutela dei professionisti.

Alla “Supervisione del personale del servizio sociale” è stata dedicata la tappa nazionale che ha visto a Roma il primo confronto tecnico operativo per i Referenti degli Ambiti sociali territoriali impegnati nell’attuazione dei LEPS.

Cinque ore si scambio e di ascolto che aprono la strada, per la prima volta anche dal vivo  al supporto operativo, assicurato dalla Fondazione Nazionale degli Assistenti Sociali –  su incarico del Cnoas che ha stipulato una convenzione  con il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali –  agli Ambiti sociali nella stesura della scheda di progetto che vede coinvolti 14mila assistenti sociali.

Fnas, Cnoas, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Enti Locali, ordini professionali, docenti universitari, ricercatori, hanno messo sul tavolo necessità e impegni per far sì che si realizzi un supporto alla globalità dell’intervento professionale, necessario – come si legge nel Piano nazionale degli interventi e servizio sociale, a “sostenere e promuovere l’operatività complessa, coinvolgente, difficile degli operatori”.

“Far funzionare e partecipare alla supervisione è un dovere – ha detto il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine, Gianmario Gazzi – Per la prima volta in Europa e non so dire se anche a livello mondiale, c’è un intervento che dà ai professionisti del sociale quegli strumenti e quella pausa necessaria a riflettere sul proprio operato sempre a tutela delle persone. La supervisione non è una psicoterapia individuale o di gruppo, né una semplice formazione per ottenere crediti. E’ un elemento di cambiamento dei processi dei Welfare”.

Il confronto ora si sposta nel territorio con tappe che consentiranno di coinvolgere tutto il Paese per: “prendersi cura di noi stessi per poter prendersi meglio cura di tutte le persone”.