Sul Corriere della Sera: un anno di ascolto per la vita delle persone

di Barbara Rosina *

Povertà ed esclusione, dignità e lavoro, periferie umane e materiali, violenza istituzionale: dietro questi sostantivi e aggettivi ci sono storie, persone, comunità.
Davanti ci sono le leggi, i servizi, i professionisti, i volontari, i decisori politici del territorio e nazionali.
In mezzo c’è la realtà che spesso non riesce a legare chi sta dietro e chi sta davanti.
Tra i professionisti, tanti, diversi, ci siamo anche noi, assistenti sociali.
Siamo poco più di 46mila e per celebrare i trent’anni dell’Ordine e della costituzione di una consulta delle associazioni, abbiamo intrapreso un percorso – anche significativamente in giro per l’Italia – per dare voce a persone che hanno pochi spazi di espressione e costruire, insieme, una piattaforma di priorità e proposte condivise per l’inclusione, per i servizi, per la politica e per la riforma della nostra professione.
Giovedì saremo a Roma e poi a Torino, Bari e Firenze. Ma ad ascoltare e confrontarci abbiamo già cominciato, una settimana fa, incontrandoci virtualmente con tante comunità di persone. Abbiamo cominciato affrontando, con chi lo vive ogni giorno e per varie cause, il tema della povertà e dell’esclusione che, come ormai tutti dovremmo sapere, non sono soltanto il prodotto di condizioni economiche o della mancanza di lavoro. Malattie croniche, disabilità, abbandono scolastico, non autosufficienza, dipendenze, discriminazioni, contesto ambientale e territoriale sono il terreno fertile dove crescono situazioni che nessun bonus potrà mai sanare.
E infatti, tra le priorità individuate, non c’è mai la richiesta di un sussidio emergenziale, perché le situazioni non si risolvono una tantum, ma hanno bisogno di un impegno strutturale e di percorsi spesso lunghi e difficili.
Riassumere le priorità non è facile e dunque vado per titoli:
collegamento del tema povertà ed inclusione a quello della salute, con riguardo ai problemi ed esigenze delle persone malate croniche non autosufficienti e alle difficoltà delle famiglie;
lotta alla povertà fonte di discriminazione nell’accesso ai diritti;
garanzia e cura dell’informazione e partecipazione dei bambini e delle famiglie nei percorsi di sostegno;
attenzione ai fattori che riducono la possibilità per le donne vittime di violenza di uscire dal maltrattamento;
rischio di esclusione per problemi di salute mentale;
necessità di investimento nel sociale e nel terzo settore;
difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro; sostegno dei percorsi di autonomia dopo la maggiore età.
Tra le proposte: potenziare i servizi a partire delle risorse umane;
inserire nei programmi scolastici le tematiche disabilità, esclusione, inclusione, povertà per creare conoscenza e consapevolezza;
riconoscere il lavoro del caregiver familiare;
ridurre i vincoli burocratici a sostegni e facilitazioni;
attuare approcci preventivi che investano sulla multidisciplinarità;
incrementare i centri di aggregazione giovanile.
Abbiamo appena cominciato. Giovedì porteremo i primi frutti di questo percorso di condivisione e conoscenza.
Per cambiare, per cambiarci, per la vita delle persone.