Sulla tragedia di Torino e sulla speculazione del ministro Salvini, abbiamo scritto su Huffington Post.
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La domanda sorge spontanea: “Dov’era il vicepresidente del Consiglio, nonché ministro dei Trasporti, mentre scriveva il tweet nel quale non conoscendo i fatti, accusava, come suo solito, gli assistenti sociali?”.
Al mare? Al Papeete? Al ministero? A giudicare dalle agenzie stampa che martedì 13 agosto riportavano oltre al suo tweet sulla tragedia di Torino anche la sua dichiarazione sul “90% dei treni in orario”, forse ancora al lavoro. Non sarebbe stato meglio, quindi, utilizzare il suo tempo per cercare soluzioni invece che per usare faziosità e pregiudizio, istigare all’odio ed al conflitto?
Già… faziosità e pregiudizio, perché?
Pregiudizio: fidandosi di una notizia non confermata – cosa che un ministro mai dovrebbe fare – ha dato per scontato che una bimba Rom in un parcheggio di un ospedale stesse lì a chiedere l’elemosina.
Faziosità: ancora una volta, avendo forse un problema irrisolto con la nostra professione, ci ha accusato di non aver “salvato” la piccola Esmeralda da una vita di furti, senza scuola né gioia.
Dall’aria condizionata di un ufficio o da una spiaggia, mentre una bimba moriva – vittima di un tragico incidente avvenuto nel parcheggio di un ospedale dove era andata a trovare un parente – ha postato la solita domanda: ‘dov’erano gli assistenti sociali?’.
Senza fare il lunghissimo elenco per dover spiegare a un ministro dove siamo, mi basta dire che siamo dove lui non c’è. Siamo tra le persone di cui non parla mai – a meno che non gli si offra l’occasione per accusare immigrati – donne abusate o uccise, famiglie povere, anziani soli, giovani e non dipendenti da doghe o giochi
Mi fermo. É Ferragosto. Una famiglia sta piangendo per Esmeralda, noi ci stringiamo a loro.
Quanto a lei, ministro, faccia il suo lavoro, non so quali treni prende o di quali statistiche disponga, ma i miei Roma-Torino-Roma, negli ultimi mesi, non hanno mai fatto meno di 100 minuti di ritardo.