Programmazione, considerazione e investimenti: noi, tra le professioni d’aiuto con Welforum

“Negli ultimi quattro anni il numero di assistenti sociali iscritti all’Ordine è aumentato di 8700 unità, dunque siamo cresciuti di numero e aggiungo che è cresciuto anche l’interesse nei confronti della nostra professione…Ma, e i ma ci sono, sono convinta e lo constatiamo ogni giorno che non c’è ancora il giusto riconoscimento per le professioni di aiuto, qual è la nostra, non c’è programmazione per il futuro anche in considerazione di quell’invecchiamento della popolazione che sembra delinearsi”.

La presidente, Barbara Rosina, interviene al webinar, patrocinato dal Cnoas, di Welforum:  “Le professioni d’aiuto in crisi. Vie d’uscita?”.

“Abbiamo ancora oggi in Italia dei tassi di disoccupazione dei professionisti che arrivano al 20% nelle aree dove non si rispetta il LEP di un assistente ogni 5000 abitanti – ha aggiunto Rosina – tasso che sfiora anche il 10% nei territori virtuosi che arrivano anche al rapporto uno su 2500. I dati registrati nel nostro database e autocertificati da tutti gli iscritti, dunque, ci fanno dire che non siamo certo in una situazione di emergenza di carenza di personale, ma come è emerso anche da ricerche europee tutte le professioni di aiuto e di cura corrono però il rischio di diventare sempre meno attrattive e sarebbe necessario un diverso riconoscimento contrattuale ed economico”.

“Ma – ha concluso la presidente – per poter garantire i diritti ad ogni persona, ribadiamo la necessità che a livello centrale, Governo e Parlamento, si assumano la responsabilità di individuare le strategie e le riforme che migliorino le competenze degli operatori e sui loro bisogni di riconoscimento. Senza le professioni di aiuto, il Paese è più povero e più ingiusto”.