LEPS SUPERVISIONE: tappa in Lombardia

“Gli obiettivi di miglioramento del sistema, delle competenze dei professionisti e l’attenzione al benessere degli operatori devono essere perseguiti con responsabilità da tutti i diversi attori per dare maggiori garanzie alle persone che si rivolgono al sistema dei servizi.
Un’attenzione ulteriore deve essere garantita nella scelta dei supervisori che devono avere le competenze necessarie per accompagnare le e gli assistenti sociali nel ri-pensare le loro azioni, valutare e auto-valutare l’operato del professionista, dando valore alle azioni e imparando dagli errori per migliorare”.

Le tappe di approfondimento sul LEPS Supervisione si spostano in Lombardia e la presidente, Barbara Rosina, interviene con queste parole all’evento, ospitato dalla Regione, che ha coinvolto oltre 50 ambiti territoriali che hanno discusso e avviato un ragionamento sul futuro partendo dalle esperienze di ciò che si è realizzato sinora.
Un incontro importante per sostenere e condividere il percorso di consolidamento dei progetti territoriali, ascoltare esperienze locali virtuose che dimostrano come gli aspetti di complessità possano essere affrontati e risolti.

  • Presenti, insieme al Croas lombardo, i motori di questo viaggio – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Cnoas e Fnas – che sta rendendo realtà la realizzazione del LEPS voluto dal Pnrr per rendere i professionisti assistenti sociali sempre più pronti ad affrontare le sfide dell’oggi.
    Moderati dalla Referente Territoriale Veruska Menghini, sono intervenuti, tra gli altri, il dirigente del MLPS, Renato Sampogna, la professoressa Elena Cabiati e, per Fnas, la dottoressa Claudia Pedercini. A Gianmario Gazzi, coordinatore per l’assistenza tecnica, le conclusioni dell’incontro.
    Cnoas, Fnas, Regione e Croas – presente a Milano anche con la presidente Zaltieri – avvieranno percorsi di comunità di pratiche per sostenere consolidamento e innovazione.
    “Supervisione monoprofessionale, individuale, di gruppo hanno caratteristiche differenti – ha concluso Rosina – ed è importante condividerne i presupposti teorici e metodologici così come è fondamentale comprendere come coinvolgere i professionisti del sistema Salute e della Giustizia che collaborano con gli ambiti nella definizione di percorsi di sostegno a persone, famiglie e comunità”.