Il nostro impegno per garantire livelli essenziali di diritti

Al Forum per non autosufficienza che si chiude oggi a Bologna,  gli assistenti sociali hanno fatto sentire la loro voce organizzando il workshop  dal titolo: “Condividere visioni e costruire progetti di vita indipendente” che ha avuto luogo ieri pomeriggio e partecipando stamattina, con il presidente Gianmario Gazzi,  alla plenaria su Così vicini, così lontani: il Welfare di prossimità e le progettualità del PNRR”.

Con l’introduzione del consigliere Cnoas Claudio Pedrelli e le conclusioni della consigliera segretario Mirella Silvani,  il workshop ha offerto ai numerosi partecipanti la visione dei diversi  attori impegnati nel trovare e aprire nuove strade per la costruzione di progetti di vita indipendente per le persone con disabilità e in situazione di non autosufficienza.

Il senso del confronto è nella piena attuazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.  Per noi assistenti sociali il diritto alla vita indipendente si realizza con un cambiamento culturale di approccio che richiede anche una trasformazione della propria visione. Dall’erogazione di prestazioni,  ai progetti di vita  che generano interventi e servizi, la centralità della nostra professione sta nell’ accompagnare le persone e le famiglie e nel costruire percorsi di co-progettazione che mettano in rete e integrino anche le risorse e le competenze del Terzo Settore.

Secondo il presidente Gazzi che si è confrontato stamattina sul Welfare di prossimità e il Piano di Ripresa e Resilienza, “Non sono le progettualità che mancano, manca la visione di una pianificazione complessiva che non guardi all’immediato. Qual è il sistema di Welfare abbiamo in mente per questo Paese?  ha chiesto Gazzi che poi è intervenuto sulle differenze territoriali che rischiano di essere accentuate se non si attua pienamente una legge che ha ben 20 anni: “Bisogna non soltanto garantire Livelli essenziali di prestazioni – ha spiegato – ma anche e soprattutto livelli essenziali di diritti”. Infine, ma non in ordine d’importanza, l’urgenza di concentrarsi su formazione e competenze: “La riforma della professione è ferma da 12 anni  – ha concluso – è necessario provvedere immediatamente”.