Ho ricevuto l’Onorificenza di Cavaliere delle Repubblica Italiana per il lavoro svolto nella Rems (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) di Spinazzola, all’inizio come dipendente della ASL BAT e successivamente come volontaria del Garante Regionale dei Diritti delle Persone Sottoposte a limitazione della Libertà Personale, assicurando il mio supporto anche quando ho dovuto cambiare sede lavorativa. Questo riconoscimento mi riempie di orgoglio in primis perché rappresenta una dimostrazione di interesse da parte del Presidente della Repubblica Italiana nei confronti: della funzione della Rems, delle persone che a vario titolo ci lavorano o si spendono per essa, ed infine, ma più importante, dei pazienti/ospiti che sono inseriti nella struttura, i cosiddetti “pazienti psichiatrici autori di reato” dei quali, grazie a questa nomina, se ne sta parlando in un’ottica positiva.
La Rems di Spinazzola che accoglie persone provenienti dalla provincia di Bari, Foggia e BAT (Barletta, Andria, Trani), è stata aperta il primo dicembre 2015 ed il 3 dicembre ha fatto ingresso il primo ospite. Ho lavorato come assistente sociale nella Rems pugliese della ASL BAT a gestione pubblica che è quella di Spinazzola, dalla sua apertura nel 2015, al 2021, con una pausa dal 2019 al 2020, avviandone il processo di lavoro e contribuendo alla formulazione di tutti i protocolli operativi. Attualmente continuo a collaborare con la Rems nel mio ruolo di volontaria del Garante. Il mio lavoro è doppiamente impegnativo in quanto assolve ad un mandato istituzionale che tenta di ricomporre il divario tra la funzione della pena e la funzione riabilitativa, laddove persone “autori di reato” hanno rotto un patto sociale e debbono essere restituite alla società e riconciliarsi con la stessa. Per cui nella Rems si svolge un intenso lavoro di segretariato sociale e di rete. Infatti, in poco tempo, si deve ricostruire la storia della persona che si ha davanti ed interfacciarsi con gli Enti territoriali allo scopo di garantire il ripristino dei diritti civili, politici e sociali La consapevolezza di dover prendere in carico pazienti che hanno vissuto una serie di fallimenti sulla propria pelle – tutti quelli possibili e immaginabili, relativi al percorso di cura, al percorso di rieducazione carceraria, con il peso emotivo e traumatico che tali esperienze si portano dietro, mi ha spinto ad effettuare riflessioni circa le opportunità che si possono cercare, costruire, utilizzare ed offrire loro. Il mio compito è quello di accogliere, riabilitare ed integrare, non in una logica punitiva, bensì nel rispetto della persona. Tutto questo viene attuato in collaborazione con tutta l’équipe multiprofessionale. Condivido questo riconoscimento con tutte le persone che svolgono questo lavoro con passione e dedizione.
Sono giunti in struttura persone senza fissa dimora, senza residenza, senza documenti d’identità, senza abiti di ricambio, con fragilità socioeconomica, con rapporti familiari patologici o inesistenti. Per questo, sin dall’apertura delle Rems la situazione ha richiesto attenzione, celerità e continuità negli interventi, da qui la necessità di un confronto con le assistenti sociali delle Rems di tutt’Italia, seguendo i dettami del Codice Deontologico. Ormai da diversi anni esiste un coordinamento nazionale delle assistenti sociali impegnate nelle REMS, finalizzato alla costruzione di linee guida comuni ed alla definizione del ruolo all’interno di queste realtà. Il gruppo del coordinamento ha incontrato il presidente dell’Ordine Nazionale e due consigliere in data nel settembre del 2018. In tale occasione ci si è impegnati nella ricerca e nell’approfondimento delle tematiche sociali in ambito forense, offrendo il contributo professionale e propositivo rispetto agli organi istituzionali coinvolti nello sviluppo delle tematiche in questione. Ad oggi il gruppo continua a confrontarsi costantemente sulle varie situazioni che si presentano nel lavoro quotidiano ed io continuo a farne parte in quanto attualmente la Rems di Spinazzola è senza assistente sociale in attesa che si concluda una procedura di avviso pubblico indetto dalla Asl Bat…
Prendo a prestito le parole della Federazione Internazionale degli Assistenti sociali per confermare che essere assistente sociale all’interno di una struttura come la Rems consente a me alle colleghe e ai colleghi impegnati in questo lavoro di attuare in pieno il nostro compito di promozione “del cambiamento sociale, la soluzione dei problemi nelle relazioni umane e la restituzione di potere e la liberazione delle persone per aumentare il benessere. Il servizio sociale nelle sue varie forme è orientato verso le molteplici, complesse transazioni tra le persone e il loro ambiente. La sua mission è abilitare tutte le persone a sviluppare il proprio pieno potenziale, arricchire le loro vite e prevenire le disfunzioni. Il servizio sociale professionale è focalizzato sulla soluzione dei problemi e sul cambiamento. Così, gli assistenti sociali sono agenti di cambiamento nella società e nelle vite degli individui, delle famiglie e delle comunità di cui sono al servizio”.
Grazie al Presidente della Repubblica, grazie a chi mi ha dato fiducia, grazie a chi lavora con me e ai pazienti/ospiti per i quali continueremo, continuerò ad esserci.
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Anna Rita Sette – Puglia