Assegno d’Inclusione? Sia universale per nuclei e singoli poveri e fragili

Una misura universale per tutte le persone in condizione di povertà che possa essere richiesta da qualsiasi nucleo familiare, indipendentemente dalla sua composizione, una misura che non escluda i nuclei o i singoli in condizione di fragilità, anche temporanea. O, comunque, un testo nel quale vengano riconosciute le fragilità, di singoli e nuclei.

Il presidente degli assistenti sociali, Gianmario Gazzi, in audizione presso la X Commissione del Senato, ha portato davanti ai parlamentari i suggerimenti di chi ogni giorno è a contatto con realtà che spesso non trovano risposte nelle leggi e nelle misure che cambiano quando cambiano le maggioranze e i governi.

L’audizione, sul cosiddetto “Decreto Primo Maggio” è stata l’occasione per riassumere la fotografia dell’esistente e i rischi del futuro. Per questo, nel dettagliato documento depositato è possibile leggere le proposte scaturite da analisi e pratica quotidiana. “Come professionisti  – ha detto Gazzi – riteniamo che il Decreto debba essere corretto,  rendendo l’Assegno per l’Inclusione fruibile per tutte le tipologie di nucleo familiare evitando di ritornare a platee e categorie. Perché non è la sola mancanza di lavoro o la mera composizione del nucleo familiare a determinare le condizioni di povertà”.

A restare escluso da ogni tutela – ha sottolineato il presidente, anche rispondendo alle domande dei parlamentari –  sono le persone adulte particolarmente in difficoltà. Da qui la proposta di aggiunta all’articolo 2 del seguente testo: “È riconosciuto ai nuclei ed ai singoli in condizione fragilità e di grave disagio psicosociale, anche per transitori problemi di salute fisica e mentale, inseriti in programmi di cura, protezione e assistenza dei servizi sociali, sanitari e sociosanitari, anche in collaborazione con le strutture del Terzo settore, a seguito di una valutazione multidimensionale dei servizi sociali o sociosanitari e da essi certificati secondo le procedure e le modalità da definirsi con decreto del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali emanato entro 90 giorni dall’approvazione della presente legge. Il decreto, previo accordo in Conferenza unificata, definisce le responsabilità e le modalità di presa in carico delle persone in condizione di fragilità e grave disagio”.

Gazzi ha rinnovato la richiesta  -“Lo facciamo ad ogni audizione”, ha detto –  della piena applicazione dei Livelli essenziali che prevedono un assistente sociale ogni 5000 abitanti tendente a uno ogni 4000, come disposto dalla Legge di Bilancio 2021 “per la quale ci sono le risorse” e “l’investimento sui professionisti per maggiore competenza e specializzazione”.

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