Quello che sto per scrivere, più che una storia, è un ringraziamento ad una persona speciale che ho incrociato sul mio cammino di giovane assistente sociale e alla quale voglio rivolgermi direttamente.
Un giorno, mentre eravamo in macchina dirette verso la Comunità dove si trova la tua piccola, mi hai domandato perché avessi scelto di fare proprio questo lavoro.
Ricordo che mi hai preso alla sprovvista, per due motivi: prima di tutto perché non mi sarei mai aspettata da te questa domanda e poi perché dare una risposta ad una domanda così può sembrare semplice, ma non lo è. Nell’immediato non ci ho dato troppo peso e ti ho risposto la prima cosa che mi veniva in mente, dicendoti che il motivo principale che mi aveva spinta a scegliere di fare l’assistente sociale era il desiderio di essere d’aiuto alle persone.
Nei giorni, settimane e mesi seguenti il nostro rapporto, benché tra assistente sociale e “utente”, si è rafforzato sempre di più, diventando più intimo di quanto mi sarei mai aspettata.
Quella tua domanda, solo in apparenza banale, ha iniziato a ritornarmi in mente, così come la risposta che ti avevo dato. Sempre di più mi rendevo conto come ogni giorno di lavoro e, soprattutto, il rapporto con te, mi offrivano nuovi spunti di riflessione per rispondere alla tua domanda in maniera più profonda, abbattendo giorno dopo giorno quel muro che, per difesa, ogni assistente sociale erge con i propri assistiti, ma che forse non farebbe poi così male togliere per svelare l’umanità e, perché no, anche la fragilità, di cui siamo fatti.
Da quella semplice domanda, alla quale sento di aver risposto in parte, di strada ne abbiamo fatta tanta. E siamo arrivate al punto che non sono solo più io a preoccuparmi per te, ma anche tu per me. Tu che ti accorgi anche soltanto dal mio tono di voce durante una telefonata, se sono serena o preoccupata.
Ti sto dicendo tutto questo per ringraziarti. Perché è grazie a te se ho capito, nel profondo, il reale motivo per cui ho deciso di svolgere questa difficile, ma stupenda professione.
Grazie a te che ho compreso come spesso anche colui che per professione offre aiuto, può ricevere qualcosa di prezioso da chi l’aiuto è solito chiederlo.
E questa è una cosa davvero meravigliosa.
O.V.V. Piemonte
Le storie pubblicate sono testimonianze dirette o raccolte, di vicende personali e/o professionali degli assistenti sociali. Non hanno la pretesa di essere esempi universali, né di suggerire soluzioni, ma di raccontare, per chi scrive, cosa significhi questo lavoro. Nelle emergenze nazionali e mondiali e nella quotidianità che, per questa professione, è sempre emergenza.