Cnoas/Croas/Epe per il miglior servizio sociale possibile nel sistema giudiziario

Verificare qual è l’apporto delle e degli assistenti sociali al sistema giustizia; valorizzare la nostra cultura professionale con strumenti adeguati  e utili a realizzare il miglior servizio sociale possibile nel sistema giudiziario; conoscere e applicare la riforma Cartabia anche grazie a una formazione congiunta che tenga conto del ruolo sempre più forte del territorio, della sanità, del terzo settore; realizzare entro la fine dell’anno un percorso base di formazione a distanza che coinvolga tutti i 46mila assistenti sociali italiani e non soltanto quelli impegnati nella giustizia, investire, anche a livello sperimentale,  su percorsi di supervisione professionale, e, infine, costruire proposte organiche da portare nel territorio.

Un incontro importante, oggi, dopo le presentazioni ufficiali dello scorso 29 settembre, alla presenza del nuovo Direttore generale per l’esecuzione penale esterna e per la messa alla prova, Domenico Arena, il presidente e la vicepresidente del Cnoas, Gianmario Gazzi e Barbara Rosina,  i presidenti dei Croas e i referenti giustizia nazionali e regionali.

Una giornata di informazione, confronto e scambio per realizzare quella “giustizia di comunità” che non può vedere in quella detentiva la sola risposta possibile.

Ridurre la distanza tra le enunciazioni e i fatti può essere possibile anche grazie alle assunzioni previste dalla riforma (1092), in attesa del concorso per 421 assistenti sociali e 320 educatori; ad una innovazione tecnologica difficile da completare in una PA che soffre di un’arretratezza endemica che non può essere però essere strumentalizzata; alle risorse disponibili: “Abbiamo 7.300.000 euro all’anno per progetti per l’esecuzione penale esterna – ha spiegato Arena – Potremo dire che non ci sono i soldi soltanto quando li avremo spesi”.

E’ importante, è stato ribadito anche nel confronto con i rappresentanti dei consigli regionali – con le inevitabili diversità territoriali tra mancanze e buone pratiche  – non limitarsi a guardare ciò che c’è realizzando così non giustizia, ma ingiustizia.

Una riflessione anche sulle pene detentive: l’obiettivo è trattare le persone, tutte, anche gli ergastolani, più “accuratamente possibile”.

Nel pomeriggio, nella prosecuzione dei lavori tra Cnoas e Croas, l’individuazione delle priorità sulle quali si lavorerà nei prossimi mesi attraverso i tavoli giustizia regionali.

Il percorso è soltanto all’inizio, l’importante è non tirarsi indietro.