Care e cari, da oggi non sono più il Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine, ma oggi e per gli anni che verranno, resto un Assistente Sociale. Dodici anni di Cnoas e quasi 20 di attività ordinistica, un’esperienza bellissima! Un onore per me aver rappresentato tutti noi per quasi otto anni al vertice del nostro Ordine.
Da oggi torno ad essere quello che sono sempre stato, mi dimetto e mi dedicherò alla professione in altri luoghi e progetti.
Mi dimetto per correttezza nei confronti di tutti. Nuovi compiti e prospettive – anche compatibili con l’incarico rivestito finora – mi portano a fare una scelta importante, una di quelle non facili da prendere, ma necessarie.
Mi dimetto perché sono consapevole che non avrei avuto sufficienti energie e tempo per adempiere al ruolo di presidente con la forza, la costanza, la dedizione che quel ruolo richiede e che ho sempre cercato di mettere in ciò che abbiamo fatto in questi anni.
Anni importanti, per me, ma credo per tutta la nostra difficile e affascinante professione. Grazie dunque a voi che con il vostro lavoro quotidiano avete dimostrato che senza le e gli assistenti sociali, il nostro Paese è più diseguale. Siamo, da sempre, dalla parte di chi non ha parte, siamo la pelle delle istituzioni, il primo baluardo contro le ingiustizie sociali e le violazioni dei diritti.
Insieme abbiamo raggiunto tanti risultati, realizzato tanti obiettivi, ma ne abbiamo molti altri da perseguire nel prossimo futuro.
Abbiamo, insieme a tanti, ridato dignità e forza ad un’istituzione che non è mai stata, ma oggi non si sente più, il brutto anatroccolo del Welfare. Le abbiamo dato una struttura, una reputazione più forte e abbiamo affrontato senza paura le sfide che si sono poste. Forti dei nostri valori, delle nostre competenze e della creatività che ci contraddistingue ci siamo battuti per le persone, i diritti di tutte e tutti e anche per noi.
Ho commesso certamente anche molti errori, sicuramente in buona fede e da alcuni ho imparato tanto. Chiedo scusa per questi.
Abbiamo passato, in questi anni, momenti difficilissimi. Terremoti, aggressioni, linciaggi mediatici, la pandemia, le guerre, ma non ci siamo fatti da parte, anzi.
La Repubblica, il Presidente Mattarella, ci hanno non soltanto premiato, ma ringraziato.
Probabilmente il momento più intenso per me e spero per tutti noi.
Tante sono le cose che potrei scrivere, ma non è questo il luogo. Voglio soltanto ricordare che in questi anni non abbiamo parlato esclusivamente di noi, ma di tutte e tutti. Di persone innanzitutto e di diritti umani. Il nuovo Codice Deontologico ne è l’espressione migliore.
Si è ottenuto, dopo anni di promesse e battaglie, di vedere scritti i livelli essenziali a favore delle persone e delle comunità, li aspettavamo da oltre un ventennio. Si sono ottenute risorse e norme per sostenere la qualità della professione: rinforzo del servizio sociale, supervisione professionale e la norma contro la violenza verso di noi e i nostri colleghi, per citarne alcune.
Spero che il futuro possa ancora regalare alla professione gli obiettivi che restano da raggiungere, in primo luogo la riforma della formazione di base e dell’Ordine professionale.
Lascio ai colleghi del Cnoas il compito di proseguire dando continuità all’azione politica, eleggendo presto la o il Presidente che interpreti al meglio il futuro che ci aspetta. Un futuro ricco di opportunità, che deve vederci ancora protagonisti e attori di cambiamento, come abbiamo dichiarato e promesso agli Stati Generali della Professione.
Sono certo che le competenze ci siano in questo Consiglio, con i colleghi più esperti abbiamo cercato di trasmettere quello che sapevamo, ora tocca a chi resta. Volate alto e rendeteci ancora più orgogliosi e ambiziosi.
Dopo aver ringraziato tutte e tutti voi, non posso chiudere senza esprimere riconoscenza ai tanti che hanno reso possibile tutto questo:
agli uffici, ai direttori Giovanni e Sabrina, e tutto il personale che ha avuto la pazienza di sopportarmi;
agli attuali consiglieri e l’ufficio di presidenza: mantenete le promesse che abbiamo fatto a tutti gli iscritti. Barbara, Mirella e Francesco sono certo che saprete navigare anche in questa piccola tempesta improvvisa;
al Consiglio d’amministrazione e al personale della Fondazione nazionale;
a Fer, il nostro ufficio stampa, per come mi ha insegnato a raccontare la nostra professione;
a Silvana, Maria Concetta e ai tanti consiglieri nazionali e regionali con cui ho lavorato in questi anni, tantissimi, ma non li posso nominare tutti;
anche a chi ha criticato e a chi ha dato il suo contributo per far crescere tutta la professione.
Un grazie particolare ai compagni di viaggio Federico Basigli e Nunzia Bartolomei, per la forza che mi avete dato e le mille battaglie fianco a fianco.
Ringrazio Serena e Bruno, la mia famiglia, per avermi sopportato e volermi ancora bene nonostante le assenze e la lontananza.
Finisco di essere presidente, continuerò ad essere un Assistente Sociale.
Gianmario
——————————————————————-
*Il Consiglio prenderà atto delle dimissioni nella seduta del 21 ottobre