“Le professioni sanitarie e sociosanitarie sono garanti della dignità della persona e del diritto alla tutela della salute al di là di ogni logica di profitto e di interessi corporativistici; rappresentano, inoltre, un contributo decisivo al progresso scientifico, culturale e democratico della nostra società. (…)
CHIEDONO
− allo Stato, alle Regioni e alle Province autonome di Trento e Bolzano, di intensificare la collaborazione con le professioni sanitarie e sociosanitarie e con i loro Enti esponenziali, in quanto enti sussidiari dello Stato, al fine di assicurare un Servizio Sanitario Nazionale che garantisca effettivamente e uniformemente i diritti costituzionalmente tutelati dei cittadini, quale segno irrinunciabile di civiltà e di crescita sociale;
− al Governo che siano rispettati i principi costituzionali di uguaglianza, solidarietà, universalismo ed equità che sono alla base del nostro Servizio Sanitario e ne confermano il carattere nazionale, garantendo la sostenibilità economica dei livelli essenziali di assistenza attraverso un coerente finanziamento del fondo sanitario nazionale;
− al Governo e al Parlamento di adottare iniziative per parametrare il fabbisogno regionale standard anche in base alle carenze infrastrutturali, alle condizioni geomorfologiche e demografiche, nonché alle condizioni di deprivazione e di povertà sociale, condizioni che inevitabilmente determinano variazioni anche sui costi delle prestazioni;
− al Governo e al Parlamento di agire in modo da garantire il superamento delle differenze tra i diversi sistemi sanitari regionali per il contrasto alle diseguaglianze nell’accesso alle cure e all’assistenza;
− − al Parlamento di scongiurare il rischio che sia pregiudicato il carattere nazionale del nostro Servizio Sanitario e di addivenire quindi alle decisioni migliori per garantire l’equità nell’accesso alle cure a tutti i cittadini, come presidio di democrazia e di civiltà”.
Premessa e conclusioni del Manifesto per il superamento delle povertà sanitarie delle Federazioni e Consigli nazionali dei Professionisti della Salute condiviso dall’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI e sottoscritto durante l’evento “Le povertà sanitarie in Italia” organizzato a Verona per il 25esimo convegno della Conferenza Episcopale Italiana.
“Siamo qui, come assistenti sociali, insieme a tutti i professionisti della Salute perché condividiamo il percorso che la Cei sta seguendo per mettere sotto i riflettori delle istituzioni, dei decisori politici, dei ministri in carica e dei parlamentari eletti, il tema delle povertà sanitarie – ha detto la vicepresidente Mirella Silvani, intervenendo al convegno – Per quello che è il nostro ruolo nel Paese sappiamo più di altri che a povertà sanitarie corrispondono diseguaglianze sociali, personali e territoriali. Riteniamo, proprio per questo, che la garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza e dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali debbano viaggiare insieme in tutto il Paese in modo da invertire l’attuale situazione dove le diseguaglianze di servizi e di risorse pregiudicano i diritti delle persone. Firmiamo, come Cnoas, il Manifesto, perché insieme a tutti i professionisti della Salute, chiediamo un impegno a tutti coloro che hanno responsabilità nel gestire le risorse, nell’impiegarle al meglio per lo sviluppo del Servizio sanitario Nazionale e del sistema dei servizi sociali”.