Giornali, tv, social post elezioni… Leggiamo, ascoltiamo previsioni sul toto-ministri e di risse velate-lampanti- smentite, tra chi ha vinto e chi ha perso.
LEGGI SU HUFFINGTON
Proprio quello che mancava a tante persone stremate da un’estate passata sulle montagne russe delle promesse elettorali!
Come assistenti sociali, nel nostro piccolo, abbiamo parlato di persone, di povertà, giustizia, salute, minorenni e servizi. Una richiesta di contenuti che in parte ha visto risposte concrete tra i candidati che abbiamo condiviso e diffuso, ma che in gran parte nel “mainstream” è sparita.
Oggi, in attesa dei passaggi formali, siamo di nuovo punto e a capo.
Si parla di Reddito di Cittadinanza e di salute, come ne parleremmo davanti a un caffè o a una birra.
Le priorità sono abbastanza chiare oggi. Basta andare a far la spesa e parlare con tutti e si comprende che il tema dei redditi e dell’inflazione, a partire dalle bollette energetiche che stanno per raddoppiare, fa del male a tutti.
Vista la situazione, dunque, vedere che si discute ancora di abolizione del Reddito di Cittadinanza è paradossale.
Non raccontiamoci che la soluzione sia il lavoro, con aziende che fermano produzione e che mettono in cassa integrazione. Non raccontiamoci che i poveri sono fannulloni quando chi studia e non prende voti ha spiegato che due terzi delle persone che hanno percepito il RdC non sono collocabili al lavoro.
Per la questione della salute, mentre si legge l’elenco dei candidati al ministero di Lungotevere Ripa 1, aspettiamo di capire come si risponderà a un’eventuale ascesa dei contagi da Covid e quali investimenti e misure andranno avanti.
Il PNRR dovrebbe rinforzare i servizi del territorio, sostenere la salute mentale e psicologica, aiutare anziani non autosufficienti, ma se guardiamo le esternazioni ad oggi questo non si discute. Anzi, si parla di “ricalibrarlo” o “rivederlo”, ma una domanda “a favore di chi?”.
In passato, come professione e come cittadini di questo Paese, abbiamo già visto come l’emergenziale sia diventata la scure sulle fasce più deboli della popolazione. Abbiamo visto come, il Governo Monti ad esempio, per affrontare la crisi ha fatto sparire i fondi per le Politiche sociali e praticamente azzerato il Fondo “Non autosufficienza”.
Queste a nostro avviso le nostre modeste osservazioni e piccoli suggerimenti oggi di fronte alla partita di scacchi dei partiti.
Lo diciamo ora, anche per far notare una cosa interessante di tutte le attuali ricostruzioni.
In nessuno dei vari articoli sul futuro governo e sulle sue priorità appare la casella Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, non appare un Ministero della Solidarietà sociale o simili. Giusto per dire!
Un segnale non proprio positivo visto da chi ogni giorno con le persone in difficoltà si confronta e cerca soluzioni. È preoccupante vedere che si parli di povertà, crisi sociale e rischio di recessione e non si pensi prioritariamente a chi è più escluso e non ha nulla.
Siamo convinti e vogliamo sperare che siano solo le ricostruzioni giornalistiche a omettere queste priorità per la tenuta delle nostre comunità, ma la storia recente ci insegna che spesso le periferie sono le prime ad essere dimenticate.