Ora si scopre che sono tutti di nazionalità cinese, ma fino a ieri era soltanto l’ennesima tragedia delle migrazioni.
Trentanove corpi – tra i quali otto donne e un adolescente – senza nome. Trentanove esseri umani “caricati” chissà dove e morti congelati in una cella frigorifera per il trasporto di alimentari dove la temperatura scende a meno 25.
“Sono inorridito” ha commentato il primo ministro britannico Boris Johnson, tra una dichiarazione e l’altra sulla Brexit.
Il nostro è un appello alle istituzioni e ai Paesi europei perché non si limitino a dichiarazioni di circostanza e prendano misure capaci di arginare il drammatico conteggio delle morti nei viaggi della speranza. Per terra o per mare.