E’ l’ora degli sbarchi selettivi! Ne scriviamo su Huffington Post

Scegliamo chi far scendere, scegliamo chi ha più diritti di qualcun altro, ma soltanto per rendere meno amara la selezione per il pubblico delle 20.
Se lo facessero a noi – ricordo ancora le polemiche sui giovani lavapiatti italiani con la Brexit – saremmo frustrati e decisi a ribellarci a quella che chiameremmo ingiustizia.
Se lo applicassimo alle nostre vite quotidiane, non lo troveremmo tollerabile.

Non troveremmo tollerabile che certe scelte siano state fatte anche in nome nostro. Eppure.

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Abbiamo già dimenticato: Decreti per la sicurezza (quale?). Decreti per armare la guardia costiera libica (quale?). Accordi per aiutarli a casa loro (quale?).

Eppure, oramai, siamo assuefatti da stampa, social e televisioni da non vedere più esseri umani su quelle navi. In parte, scelti, li abbiamo fatti scendere. Cosa m’interessa se tra quelli che restano ci sono persone che da mesi non sentono la famiglia lontana migliaia di chilometri? Cosa ci importa? Sono giovani che un medico ha certificato sani in fisico. Ma qualcuno gli ha chiesto cosa hanno vissuto? Cosa hanno visto nei lager da cui sono passati? Loro, quelli che selezioniamo, sono scappati da siccità e da guerre in casa. Sono fuggiti dai Talebani e dall’Isis, da regimi o dal rischio di essere lapidati soltanto perché cristiani, gay o perché hanno mal indossato il velo.

Forse questo respingimento, questa violazione di umanità che non ci abbassa di un euro la bolletta e non ci aiuta ad essere più felici, ci dà l’illusione che qualcosa cambierà. Forse!
Cosa ci importa se in Polonia, sbraitando contro un’Europa sorda, di rifugiati ne arrivano 20 mila al giorno?

Visto che stiamo lì a disquisire sulla sordità dell’Europa, aggiungo qualche altro numero: Nel 2021 in Italia si sono registrati 144.862 rifugiati, 53.610 richiedenti asilo. In Francia: 499.914 rifugiati, 120.685 richiedenti asilo. In Germania: 1.255.694 rifugiati, 190.545 richiedenti asilo.

Questa è la verità, ma non ce ne importa più nulla. Selezioniamo persone difendendoci dalla nostra paura di essere i prossimi di non trovare un porto sicuro dove attraccare.
E lo facciamo anche guardando all’Egitto, a quell’ Egitto che non ci ha dato la verità sulla morte di Giulio Regeni e che tiene sulla lama Patrick Zaki, dove strette di mano e colloqui raccontati come un successo o un fallimento – dipende dalla “dipendenza” del media in questione – c’informano sulla Cop27 sul clima che sancisce il fallimento delle 26-25-24… Un fallimento che porta con sé negli anni che verranno un miliardo di migranti climatici. Un miliardo? Noi intanto non ne facciamo scendere 35!

Scrivo per implorare meno propaganda, scrivo perché le e gli assistenti sociali sono nei centri di accoglienza e nei servizi per migranti e vittime di tratta, perché salgono su quelle navi dove ci sono persone e non residui, scarti.
Scrivo perché non si ricominci con le paure e le rese e perché parliamo di esseri umani e non c’è differenza se vengono dall’Ucraina – abbiamo accolto tutti – o da un’altra guerra. O sì?