In che modo i servizi di contrasto alla povertà e i servizi per l’impiego possono lavorare per garantire un supporto integrato alle persone in precarie condizioni economiche garantendo loro percorsi di integrazione sociale che tengano conto di tutti gli aspetti e non solo di quello economico?
La Rete Sociale Europea (ESN- European Social Network) di cui il Cnoas è membro, ha riunito a Bordeaux i rappresentanti di diverse organizzazioni pubbliche europee che si sono ritrovati per discutere di inclusione sociale nel post Covid 19. Il tema centrale è l’ “Integrazione del reddito minimo e dei servizi sociali”.
Per il Consiglio Nazionale ha partecipato il consigliere Giovanni Cabona delegato all’Internazionalizzazione della professione.
Nella due giorni è stato sottolineato come di fronte a molteplici problemi sociali, i beneficiari del reddito minimo spesso richiedono qualcosa di più del sostegno monetario per uscire dalla loro situazione precaria: assistenza all’infanzia, assistenza sanitaria, formazione professionale abitativa, consulenza sul lavoro…
La survey presentata nel corso del seminario da ESN e condotta in collaborazione con l’Istituto per la ricerca sociale (IRS) di Milano ha evidenziato, tra le altre cose, che laddove i servizi sociali e i servizi che si occupano di inserimento lavorativo delle fasce deboli o percettori di reddito minimo lavorano in modo integrato raggiungono risultati migliori e più duraturi con uno scambio di competenze tra operatori che aumenta esponenzialmente la loro capacità di valutazione di progettazione individualizzata.
La seconda giornata ha affrontato la specificità di tipologie di persone che richiedono interventi maggiormente specializzati: giovani sotto i 25 anni; persone con problemi di salute mentale persone senza dimora e persone nomadi.
I lavori di gruppo hanno messo a confronto i partecipanti al seminario con esperienze provenienti dai paesi europei.