mentre è in uscita per la seconda metà di maggio il nuovo modulo formativo di 7 ore, da 7 crediti di cui 2 deontologici sul “Sistema di protezione e tutela dei rifugiati e richiedenti asilo”, che conferma la collaborazione di formazione CNOAS-UNHCR già sperimentata in tre occasioni nel 2019, condividiamo lo spirito e i materiali della campagna “Io ho diritto alla salute” sviluppata con lo scopo di informare persone richiedenti asilo e rifugiate sopravvissute alla violenza di genere sul diritto alla salute e l’accesso ai servizi sociosanitari, con focus su uomini, ragazzi e persone con SOGIESC (Orientamento Sessuale Identità di Genere, Espressioni e Caratteristiche Sessuali) diversificato.
I materiali informativi della campagna “Io ho diritto alla salute” sono accessibili tramite il seguente link: (https://www.unhcr.org/it/cosa-facciamo/protezione/esigenze-particolari/violenza-di-genere/violenza-di-genere-contro-uomini-e-ragazzi/) ed è composto da tre video e tre fumetti sviluppati anche in collaborazione con l’associazione “Il Grande” Colibrì https://www.ilgrandecolibri.com/en/migrants/
Alla realizzazione dei video hanno partecipato tre rifugiati che con la loro presenza hanno voluto contribuire ad abbattere lo stigma e facilitare la condivisione delle informazioni tra pari.
Nel corso di questi anni, l’UNHCR ha rilevato una serie di indicatori relativi alla significativa presenza di persone sopravvissute a violenza di genere, inclusi uomini e ragazzi, e persone LGBTIQ+ lungo le rotte migratorie verso l’Europa. Il fenomeno, diffuso in contesti di conflitto e lungo tutto il percorso migratorio, può essere la causa della fuga dal proprio paese di origine e una fonte di ulteriore vulnerabilità nei paesi di transito e di asilo. La difficoltà nel far emergere un vissuto di violenza, eventualmente anche legato al profilo individuale come persona sopravvissuta a violenza di genere rappresenta una barriera anche rispetto alla prospettiva di emersione delle esigenze di protezione internazionale.
Lo stigma legato alla violenza di genere, e la scarsa conoscenza del fenomeno da parte degli operatori in molti casi impedisce agli uomini, ragazzi e persone LGBTIQ+ di denunciarla, rendendola un fenomeno molto sottostimato nonostante le gravi conseguenze in termini di salute fisica e mentale, di sicurezza individuale e di inclusione sociale. Al tempo stesso, le persone richiedenti asilo e rifugiate possono avere scarsa conoscenza dei propri diritti, la campagna pertanto mira a promuovere l’accesso alle informazioni e agevolare il percorso di integrazione sul territorio.