Per Giulia Cecchettin, per chi la piange. Per tutte le Giulie d’Italia e per chi non ha mai smesso di portarle nel cuore. Il dolore, la rabbia, l’impotenza di fronte all’ennesimo femminicidio, mentre sulla morte di una donna, di una ragazza, si rinnovano promesse non mantenute. La famiglia prima, la scuola poi, le strutture e i servizi, gli aiuti economici.
Un solo ministero con portafoglio, per favore, – e non i quattro che oggi, dopo Giulia, promettono ergastoli, codici, corsi scolastici ma soltanto alle superiori, lauree ad honorem – che metta in campo una strategia di protezione e prevenzione.
Le e gli assistenti sociali sono e saranno quotidianamente nei servizi per sostenere, orientare, individuare strategie e in tutti i cortei, nazionali e locali: basta donne uccise, basta violenze di genere. Educazione, informazione, sostegno.