L’affidamento familiare è un dispositivo normativo moderno, ma che fonda le sue origini su valori solidaristici e sulle naturali sensibilità umane nei confronti delle persone di età minore, valori che predispongono al “prendersi cura” di chi è fragile o vulnerabile. L’istituto dell’affidamento, dunque, secondo gli assistenti sociali può essere considerato come strumento per la tutela del minorenne e della sua famiglia. Intervenendo in audizione presso la commissione Giustizia del Senato dov’è in discussione il Disegno di Legge (AS 1877) “Disposizioni in materia di affidamento e adozione di minori”, il presidente Gazzi, consegnando una nota scritta di sintesi, ha chiesto modifiche al testo agli articoli 1 e 2.
La correzione suggerita all’articolo 1 nasce dalla necessità di non ingenerare confusione interpretativa tra le figure professionali e le organizzazioni coinvolte per le quali si chiede che vengano indicate nel testo una per una: assistenti sociali, educatori, psicologi, pedagogisti, giudici minorili, personale dei servizi sociali e dei servizi sanitari e sociosanitari. Sempre nello stesso articolo il suggerimento è di integrare la proposta di legge con uno specifico comma che dia la possibilità di istituire specifiche specializzazioni all’interno dell’Albo professionale degli assistenti sociali.
La modifica all’articolo 2 riguarda invece la necessità di un sistema informativo, completo e coerente, di tutti gli interventi e degli esiti dei percorsi a favore dell’infanzia e delle famiglie. Entrambi i suggerimenti, come si può vedere nel video dell’audizione, hanno riscontrato l’interesse e la condivisione della Commissione.